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APS Brivio, 16 Luglio 2015
Fiume
Gambara - Volongo (Cremona)
Caratteristiche Il fiume Gambara termina la sua corsa sfociando nelle acque del fiume Olio, a Volongo. Porta acque che hanno già percorso parecchi chilometri ed è purtroppo soggetto a parecchi inquinamenti. La larghezza del fiume è di 25 metri circa. Prima delle paratie, il fiume si allarga superando i 40 metri. La profondità si aggira intorno al metro e mezzo. Il fondo e le sponde sono in terra, con flora acquatica e sommersa. La presenza di molti fior di loto ne condiziona l’impiego come campo di gara. Viene utilizzato quasi esclusivamente nei mesi invernali; infatti, a partire dal mese di maggio i fior di loto ostruiscono più della metà del fiume. Le sponde erbose consentono una buona agibilità, anche con l’auto al seguito, su tutto il campo gara. Con l’automezzo si accede al campo di gara tramite una strada che rasenta la chiesa di Volongo e porta direttamente al ponte sul fiume, dove si trovano le paratoie. La
fauna ittica principale, in ordine di prevalenza, è costituita da:
alborella, cavedano, scardola, triotto, carassio, barbo comune,
anguilla, carpa, persico reale, persico sole…… Caratteristiche agonistiche La fisionomia tecnica generale è caratterizzata dalla pesca alla passata. Nel periodo invernale si riscontrano molte catture di savette, barbi e cavedani. A partire dal mese di marzo la presenza del carassio e della scardola obbliga i pescatori agonisti a dedicasi alla pesca di questi ciprinidi. Molte
sono le tecniche di pesca che si possono esplicare in questo fiume. Le
tecniche variano in funzione del periodo dell’anno in cui si svolgono
le manifestazioni. Il periodo migliore per effettuare gare su questo
fiume è quello invernale e si protrae fino all’inizio della
primavera. In seguito i fior di loto ne condizionano l’impiego come
campo di gara. Nella pesca per diletto alcune postazioni, dove consente
la vegetazione, si possono realizzare numerose e continue catture che
garantiscono anche buoni allenamenti per gli agonisti. Campo gara In passato, su questo campo si poteva gareggiare con più di 200 concorrenti. In seguito, una prima delibera consentiva di gareggiare solo a valle del ponte della strada provinciale con una capienza di 80 pescatori. Una seconda ed ultima disposizione ha ridotto a soli 50 i posti disponibili. Attualmente il campo di gara viene picchettato in sponda sinistra, partendo dalla sbarra posta a 700 metri a monte delle paratoie e termina 100 metri delle stesse. Inoltre, vi è una interruzione dovuta alla presenza di una linea aerea elettrica cui bisogna prestare molta attenzione, sopra tutto quando si picchetta il campo. Le sponde erbose che costeggiano il fiume danno una parvenza di uniformità, di fatto sono le alghe sommerse a differenziare un posto dall’altro. Tecnica di pesca Quasi tutte le canne sono impiegabili. La cannina corta è richiesta per la pesca delle alborelle e scardolette, nel sotto riva e tra gli spazi liberi dalla vegetazione. Le canne telescopiche, lunghe 10/11 metri, servono per effettuare passate oltre il corridoio limite della roubaisienne, nella speranza di non trovare ostacoli sul fondale (anche nel periodo invernale si possono trovare molti steli di fior di loto sul fondo). Le lenze per la passata, salvo particolari condizioni di velocità dell’acqua, hanno montature limitate nelle tarature, nell’ordine di un grammo e mezzo. I galleggianti sono a forma di pera rovesciata con astina. La pesca con la roubaisienne è la tecnica più redditizia. Prima di iniziare è consigliabile effettuare passate di prova per verificare la presenza di eventuali ostacoli sul fondo. Le lenze hanno tarature che possono variare da 0,5 a 3 grammi, con piombature raggruppate e terminali corti. Gli ami oscillano dal numero 16 al 20. Nella parte alta del campo di gara (numeri bassi) l’acqua, profonda poco più di un metro, rende difficoltosa la pesca. Nei mesi freddi risulta chiara e trasparente per cui i pinnuti vanno insidiati con lenze molto leggere, nell’ordine di 0,30 grammi di portata massima, zavorrate solo con pallini ben distribuiti. I terminali devono essere lunghi e molto sottili; gli spessori non devono superare 0,08 mm di diametro. Anche gli ami devono essere molto piccoli, dal n. 20 al n. 24. Su questo tatto si effettuano catture di cavedani, barbi e savette di buone dimensioni. Nella zona sopra le paratoie, molte volte si è costretti a pescare in corridoi corti per cui c’è la necessità di adeguare l’azione in poco spazio. In questi casi è meglio usare dei galleggianti a forma di disco (spinaker) i quali consentono di mantenere la lenza ferma, negli spazi liberi e con l’esca radente il fondo. Con i fior di loto che affiorano in superficie ed ostruiscono buona parte del fiume risulta difficoltoso pescare con la roubaisienne. La maggiore difficoltà concerne il recupero del pesce allamato; talvolta, anche i guadini dal manico lunghissimo non sono sufficienti ad oltrepassare le alghe che affiorano in superficie. In questi casi è meglio impiegare la canna fissa per salpare i pesci senza l’aiuto del guadino. La
tecnica alternativa è la pesca con la bolognese lunga 6/7 metri per la
pesca presso la riva opposta. Le grammature che variano dai 5 ai 10
grammi. Le lenze sono costruite da una torpilla con al massimo tre o
quattro pallini, il tutto raggruppato. Esche & pasture In gara l’esca, universalmente efficace, è sempre la larva di mosca carnaria che rende effettivamente sul fiume Gambara. Il cagnotto, specialmente se colorato, conserva sempre la sua immediata attrattiva. Tuttavia, a volte, il pescatore percepisce subito che le abboccate, almeno all’inizio della pesca, non sono cosi immediate e voraci come si aspetterebbe. In seguito, la pastura produce i suoi effetti con concreti attacchi da parte del pesce. Oltre alla larva di mosca, ottengono determinanti successi anche il verme d’acqua oppure il piccolo lombrico di letame. I chicchi teneri di granoturco, sia come esca sia come pastura, rappresentano una valida alternativa alle larve di mosca. La pastura a base di sfarinati deve avere una miscela dolce, a grana medio fine, in grado di sciogliersi velocemente ed in grado di lasciare gli aromi in maniera persistente. Bisogna evidenziare che i lanci di palle di pastura, nella zona di pesca, non sempre risultano produttivi. Se vi sono ostacoli sul fondo, in cui si occulta oppure, peggio ancora, richiama il pesce in una posizione impossibile da raggiungere con l’amo, l’effetto risulta decisamente negativo. E’ molto meglio una pastura semi pesante, pressata quanto basta affinché si sciolga dopo un certo tragitto nell’acqua. Anche i lanci di poche larve sfuse possono far abboccare qualche carassio vagante, il che accade, a volte, in quelle giornate in cui il pesce non abbocca sul fondo. In altre, invece, la pastura di fondo richiama i carassi dopo una decina di minuti che si allamano uno dopo l’altro con un ritmo soddisfacente. Azione di pesca Questo campo di gara non impone alcuna scelta. Sul fiume Gambara si deve pescare solo a roubaisienne. L’estensione della canna, al massimo della lunghezza, non sempre è necessaria, tuttavia deve essere adeguata alla distanza in cui si trovano i corridoi che consentono la passata. Prima di pasturare è consigliabile effettuare alcune prove per verificare quanto siano lunghi ed ampi gli spazi liberi da ostacoli ed adeguarsi di conseguenza. Su questo fiume l’entrata in pesca da parte dei pesci avviene sempre con molto ritardo. Se, per vari motivi, le prede non dovessero rispondere alle insidie con questa tecnica si può pescare con la bolognese facendo delle passate il più vicino possibile alla riva opposta. Da non sottovalutare la pesca nel sottoriva, con canne fisse corte, per pescare alborelle, triotti e scardolette nei spazi liberi dalle alghe.Lo staff APS Brivio A.P.
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