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Campi  Gara  Esterni 

Canale Fiuma Mandria - Boretto

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APS Brivio, 16 Luglio 2015

Canale Fiuma Mandria, Boretto (Reggio Emilia)

Caratteristiche

Il cavo Fiuma nasce dal fiume Po, dalla presa di Boretto. E’ un canale che costituisce parte della bonifica agro-mantovana-reggiana. Dopo un breve tratto verso sud piega decisamente a levante ed attraversa la pianura padana. Il fiume Po assicura una buona alimentazione e un buon ricambio acqueo; infatti, il livello idrico viene mantenuto costante dalle idrovore di Boretto. E’ largo oltre 40 metri e profondo circa 4 metri, nel centro. Il fondale è terroso e le sponde, erbose, sono sopraelevate rispetto ai campi che attraversa. In base ai prelievi d’acqua che gli agricoltori effettuano per irrigare i campi nell’arco dell’anno, il canale assume comportamenti diversi in merito alla corrente. Ad inizio di stagione e fino al mese di maggio l’acqua si mantiene quasi ferma con una debole corrente; dal mese di giugno a metà settembre la velocità idrica aumenta fortemente.

Nel periodo primaverile il canale è soggetto ad una asciutta quasi sempre totale. Molti pescatori agonisti, compreso chi scrive, approfittano di questa circostanza per prendere visione della conformazione del fondale e delle varie inclinazioni verso il cento canale, annotando la dislocazione dei vari scalini o gronde. Queste ricognizioni risultano molto utili quando si deve predisporre l’attrezzatura prima di una competizione. La fauna ittica principale, in ordine di prevalenza, è composta da: carassio, carpa, siluro, alborella, persico sole, tinca, anguilla, pesce gatto ed altre specie in quantità minore.

Caratteristiche agonistiche

Il canale assume una fisionomia tecnica ben diversa all’inizio di stagione rispetto alla seconda parte dell’anno. Il pesce, inoltre, assume un diverso comportamento sulla base dei rumori che provengono dalla sponda. La fisionomia tecnica generale è quella determinata dalla presenza dei carassi; la pesca prevalente è rivolta a questo pesce con canna roubaisienne. Si possono allamare anche altre specie ittiche ma il carassio è prevalente. In mancanza di questo ciprinide, per vari motivi, si può optare alla pesca con canna da lancio, tipo bolognese, indirizzando la lenza il più possibile vicino alla sponda opposta, se è libera. Nelle gare in doppia sponda rimane l’alternativa della pesca sotto riva alla ricerca delle alborelle o del persico sole (gobbi). Come già precisato le tecniche sono diverse ed il pescatore deve essere preparato ad esplicare qualsiasi tecnica con attrezzature pronte ed adeguate.

Campo di gara

Il campo di gara viene solitamente picchettato nel tratto compreso tra il ponte della ferrovia, Parma-Guastalla-Mantova, ed il ponte dei Pescatori, per una lunghezza di circa un chilometro e mezzo. Questo tratto si presta alla palinatura in entrambe le sponde. Dal cavo Scaloppia al ponte Vecchio, per un tratto di circa ottocento metri, viene picchettato di norma solo in sponda destra.

Le strade che costeggiano il canale consentono una buona agibilità su entrambi i lati; c’è spazio a sufficienza anche per il posteggio delle auto vicino al posto assegnato. Tra il ponte della ferrovia e il ponte dei Pescatori è stato costruito, di recente, un nuovo ponte della strada direttissima, Parma - Mantova, che ha ridotto la capienza dei posti gara a 120 concorrenti tra i due ponti. Inoltre, tra il ponte nuovo e il ponte dei Pescatori vi è l’attraversamento di un linea elettrica ad alta tensione che richiede la massima attenzione. Le sponde erbose, che costeggiano il canale, danno una parvenza di uniformità; di fatto sono le alghe sommerse a differenziare un posto dall’altro.

Questo campo di gara è meglio conosciuto come “ Fiuma di Brescello” anche se si trova più vicino a Boretto. Il merito va attribuito alla Società Pasquino di Brescello che lo ha valorizzato con l’organizzazione di molte manifestazioni nazionali.  

 Tecnica di pesca

La tecnica di pesca più redditizia è senza ombra di dubbio la pesca con la roubaisienne e la resa migliore si ottiene con la massima estensione della canna. Prima di addentrarci nella tecnica diamo uno sguardo alle difficoltà che si incontrano in merito alla visibilità del galleggiante pescando in sponda destra. Poiché la riva di fronte riflette l’ombra delle immagini chiaro scure della sponda sulla superficie dell’acqua, sempre chiara, si pone il problema di una buona visibilità del galleggiante. La linea di contrasto si trova poco prima della linea della passata con la canna nella massima estensione. Se si esegue la passata prima di detta linea, il colore chiaro dell’acqua richiede un’astina di colore rosso/arancione che offre la migliore visibilità. Oltrepassata la menzionata linea si entra nella zona scura riflessa nell’acqua per cui non si percepisce più il colore rosso/arancione. In tal caso risalta il colore giallo, meglio se fluorescente. Per ovviare a questi inconvenienti si ricorre alle astine lunghe con la doppia colorazione: gialla nella prima metà e rosso/arancione nella seconda.

Stabilire quale sia la giusta portata del galleggiante non è cosa facile, occorre molta esperienza ed aver effettuato numerose prove antecedenti la gara. Tuttavia, anche in tal caso non si può mai essere certi sulla corrente dell’acqua soggetta a continui mutamenti in base al prelievo idrico, da parte degli agricoltori, per le irrigazioni dei campi. Di norma, nei periodi caldi, la corrente dell’acqua si mantiene lenta e si pesca bene con grammature intorno ai 2 o 3 grammi di portata fino alle ore 10.00. In seguito la velocità dell’acqua aumenta fino a richiedere grammature anche superiori ai 6 grammi. Si ricorda che durante una gara di pesca, mentre le passate venivano effettuate con un galleggiante di 3 grammi di taratura, improvvisamente la corrente dell’acqua inizialmente si è fermata per riprendere a correre nella direzione opposta con una tale irruenza per cui, con galleggiate da 8 grammi, si faceva fatica ad effettuare la passata.

La forma dei galleggianti è molto soggettiva: variano dalla classica forma ovale a quelli a forma di disco “spinaker”. Anche quelli a doppio disco, i cosiddetti “catamarano” vanno bene all’occorrenza. Questi ultimi, con le loro forme, pescando con correnti forti, si prestano molto bene alla trattenuta per consentire all’esca di rimanere ferma, o quasi, sul fondo. Le piombature sono quelle classiche per la pesca rasente il fondo con pallini a scalare formando il bulk a circa cinquanta centimetri dall’amo. Gli ami più usati vanno dai numeri 16 al 20.

Una tecnica alternativa è rappresentata dalla pesca con la bolognese. Deve essere lunga 6/7 metri per consentire di lanciare le lenze presso la riva opposta. Le grammature, costituite da una tourpille con al massimo tre o quattro pallini raggruppati, la cui grammatura si aggira intorno ai 10 grammi.

La pesca dell’alborella, nel sottoriva, richiede ami extra sottili del numero 24. I galleggianti sono quelli classici, a forma di penna, da 0,2 grammi di taratura. Le lenze vengono costruite con pochissimi microscopici pallini.

 Esche & pasture  

L’esca principale è la larva di mosca carnaria, proficuamente impiegata nella pesca del carassio; i cagnotti devono essere ben vivi, duri e colorati. Il colore è in funzione della giornata: il rosso è generalmente più efficace degli altri ma anche il giallo ha i suoi periodi favorevoli.

Il piccolo verme di terra può essere impiegato proficuamente impiegato sia singolarmente, sia con inneschi combinati (verme e cagnotto).

L’impiego dei chicchi teneri di granoturco, sia come esca sia come pastura, è una valida alternativa alle larve di mosca.

Su questo canale sono molte le gare dove viene consentito l’uso del ver de vase e del fouillis. Solo in certe giornate particolari un vivace ver de vase consente di cestinare qualche carassio in più. Il fouillis, invece, rappresenta un’arma a doppio taglio, infatti se il pescatore non è molto accorto finisce per avere un danno anziché un vantaggio dal suo impiego. Il fouillis deve assolutamente essere portato sul fondo da un agglomerato che può essere terra di argilla oppure “bentonite”.

La certezza che il fouillis non resti negli strati intermedi dell’acqua deve essere assoluta altrimenti, per effetto della corrente, si sposta da una posizione all’altra portando il suo saporoso richiamo il pesce. In merito alle pasture, intese come sfarinati da impiegare a fondo per richiamare il pesce e trattenerlo, vi sono mille ricette, tutte ugualmente efficaci. Ciascun garista è convinto della bontà della propria pastura per averla già impiegata e sperimentata più volte. Tuttavia, le pasture in commercio sono sufficientemente efficaci e possono essere utilizzate con tranquillità.  

 Condotta di gara

Non vi sono scelte da fare. La partenza obbligata è con la roubaisienne, per una pesca di precisione. L’unica alternativa concerne la portata del galleggiane, per cui il dilemma è: pescare più pesante oppure più leggero. Si ritiene che la scelta sia soggettiva. Nel dubbio, si devono preparare kit di scorta pronti per ogni evenienza.

Nella bella stagione è consigliabile partire impiegando il mais come esca con una lenza non molto pesante. In genere si opera con un grammo in meno rispetto a quello richiesto dalla velocità dell’acqua. Dopo la prima mezzora si torna alla normalità. 

Con l’evolvere della gara e col trascorrere del tempo si riscontra una diminuzione delle catture. Pertanto, è importante avere al seguito kit di scorta montati e pronti per essere impiegati nel momento ritenuto più opportuno. Non si possono percorrere centinaia di chilometri per non montare un kit oppure impiegare una canna che potrebbe risultare utile nel proseguo della gara.

 

                                                                                                                                             Lo staff APS Brivio

                                                                                                                                                            A.P.