APS Brivio, 15 Dicembre 2016
Caratteristiche
Il fiume Adda è uno dei
grandi fiumi italiani. Trae le sue origini dal passo di Val Alpisella,
ad Ovest dello Stelvio; scorre attraverso la valle di Fraele, a Bormio,
per discendere in Valtellina e da qui fino a Colico, per immettersi
quindi nel lago di Como (Lario). Il fiume Adda è emissario del lago di
Como per l’unico sbocco di Lecco. Il fiume, all’uscita dal lago di
Como, a Lecco, si impone in tutta la sua bellezza. Si inoltra
sinuosamente nella Brianza per avviarsi verso il Po. A Lecco si presenta
con acque chiare, ed è largo un centinaio di metri. La conformazione
della sponda è tale che si può entrare tranquillamente in acqua fino
al ginocchio, per sfruttare meglio la passata. Il fondale si aggira sui
2,5-3 metri, presenta dei massi e in taluni tratti anche delle erbe
sommerse. E’ la zona tipica da pighi, un pesce tipicamente invernale
che viene pescato in prevalenza nella stagione del gelo e delle brinate.
Tutte le specie ittiche sono presenti: dall’alborella al triotto,
dalla scardola alla trota. E' la palestra dei pescatori bergamaschi,
comaschi, lecchesi e milanesi che, per tutto l’anno, vi esercitano la
pesca alla passata con catture di cavedani, barbi e savette
(qui dette “salene”) e pighi.
Caratteristiche
agonistiche
La
fisionomia tecnica generale presenta due condizioni prevalenti: la pesca
dell’alborella e quella del pesce grosso alla passata. Quella
dell’alborella prevale nel tratto compreso tra i due ponti di Lecco.
Trattasi di una pesca specialistica che non si improvvisa e che
richiede, per essere efficientemente esplicata, un buon allenamento e
sopraluoghi adeguati. Le alborelle sono di buona taglia, dal peso medio
intorno ai 5 grammi. La pasturazione, di richiamo e trattenimento sul
fondo, e la pesca alla passata, sia con canna fissa lunga sia con
bolognese, porta alla prevalente cattura del cavedano. Si allamano anche
altre specie anche se quest’ultima è sicuramente predominante.
Campo
di gara
Le
gare sono normalmente disputate nel tratto compreso tra il ponte di
Lecco fino a circa trecento metri a valle del ponte della ferrovia. Nel
primo tratto, tra i due ponti di Lecco, viene picchettato nelle due
sponde. A partire dal secondo ponte, viene picchettato solo in sponda
destra fino al termine del campo. Nel primo tratto, in sponda sinistra
c’è un parcheggio in corrispondenza della riva, ed a valle si trova
l’ormeggio delle barche. In sponda destra l’accesso al fiume è dato
da una scala in muratura posta a metà circa tra i due ponti. Dal
secondo ponte una stradina costeggia il muraglione per tutto il campo di
gara. L’uniformità di questo campo cambia da un posto all’altro.
Per quanto riguarda la formazione dei settori si può dire che il campo
è abbastanza uniforme sia a terra sia in acqua.
Tecnica
di pesca
Il
tratto del campo di gara posto tra i due ponti è ancora il regno delle
alborelle, che vanno pescate con canne telescopiche, di lunghezza da 4 a
7/8 metri. Le lenze per questa pesca variano da 0,8 ad oltre i 2 grammi.
La piombatura viene un po’ ripartita ed il terminale allungato
convenientemente per consentire la percezione dell’abboccata prima che
il pesce possa rifiutare l’esca. Particolare cura deve essere data
alla scelta degli ami. Con pesce riluttante o raro necessitano ami a
gambo sottile e punta corta; con pesce che abbocca subito con voracità
ami dal gambo robusto perché non si devono deformare
durante la rapida azione di sgancio, e con punta un
po’ più lunga perché devono tenere il pesce anche durante la rapida
estrazione dall’acqua. La dimensione ottimale dell’amo dipende dalla
dimensione della bocca dell’alborella. Le misure che indicativamente
vengono utilizzate variano dal n. 20 al n. 24.In
alternativa alle alborelle si utilizza la tecnica di pesca alla passata
con canne fisse nella massima lunghezza o con quelle di tipo bolognese
dalla lunghezza di sei, sette e otto metri. Con galleggianti dalla
portata tra i 2 e i 5 grammi. Le lenze debbono essere molto scalate; i
pallini sono abbastanza piccoli, del tipo numero 8 nella parte vicino al
finale; molto grossi, del numero 1, in alto. Questo perché dovendo
arrivare a tarare un galleggiante da 5 grammi è inevitabile usare dei
pallini di misure piuttosto grosse. I piombi vanno scalati su un tratto
di lenza lungo almeno 80 centimetri. Anche qui, come sul lago di Lecco,
si possono pescare vaironi e triotti nel sotto riva, usando le stesse
lenze utilizzate per la pesca delle alborelle, con grammature un poco più
leggere per i vaironi e, leggermente più pesanti per i triotti.
Esche
& pastura
La
larva di mosca carnaria (cagnotto) è ancora la regina delle esche.
Insostituibile per l’alborella lo è ancora di più per il cavedano,
al quale viene somministrata anche come pastura. Elemento
importantissimo è la dimensione del cagnotto usato per la pesca
dell’alborella. I più noti sono quelli chiamati botticelli. Vengono
usati quelli corti, duri e gommosi, che resistono bene, senza subire
lacerazioni della pelle anche dopo parecchie abboccate. Anche il colore
ha la sua importanza: il giallo è quello più gradito ma anche
l’arancio a volte risulta appetibile. E’ buona norma alternare il
colore per verificare quale sia quello preferito nello specifico
momento. La pastura per l’alborella è quella più impegnativa da
realizzare. Normalmente è molto dolce, chiara (con molto biscotto
macinato e molta farina di mais) ed aromatizzata. Chi bagna la pastura
con il latte deve tener conto dell’effetto collante. Per l’effetto
ottico il latte può essere diluito per graduarlo. L’impiego di
emulsione, cioè acqua (tanta) e olio (poco) ben sbattuti insieme è un
metodo usato da chi utilizza olio essenziale come aroma o additivo
stimolante, come l’olio di semi di canapuccia, l’olio di comino, di
coriandolo e quello francese d’aspic. L’alborella di lago, qui
l’Adda porta acqua di lago, ne richiede molta; al minimo vuoto di
pasturazione va via; resta solo in zone sottoposte a lanci frequenti e
costanti. La vera pastura per il cavedano è il cagnotto. Per pasturare,
in acqua corrente, le larve vanno incollate e per renderle più pesanti
si aggiunge del ghiaino. La pastura, intesa come sfarinati, da fondo è
costituita essenzialmente da impasti collosi che si sciolgono
lentamente. Si può tranquillamente affermare che quelle esistenti in
commercio sono di buon effetto.
Azione
di pesca
Tra
i due ponti di Lecco la partenza obbligata in gara è alla ricerca
dell’alborella. In questa zona le alborelle si sono sempre pescate
anche quando nel lago erano scomparse. In alternativa alle alborelle si
può sempre pescare alla passata con canne lunghe o di tipo bolognese. A
valle del secondo ponte, dove è maggiore la presenza di pesci di
taglia, questi vanno cercati subito ad inizio gara, con canne fisse
della massima lunghezza. Il maggior numero di catture si ha nella prima
ora. In seguito i pinnuti vanno ricercati sempre più al largo
impiegando la bolognese. E’ molto importante pasturare bene, preparare
il fondo all’inizio gara con palle di pastura, confezionandole e
pressandole il più possibile, in modo da resistere all’azione della
corrente. Alternare la pastura con palle di larve di mosca incollate ed
appesantite con del ghiaino per far si che non vengano trasportate
troppo a valle dalla corrente
Lo staff APS Brivio
A.P.
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