L'antichissimo borgo di Brivio, al cui nome alcuni assegnano origine celtica
(Briva - ponte), altri lo fanno derivare dal latino bis ripa (doppia sponda), si
adagia dolcemente sul limite inferiore della Valle S. Martino, lungo la sponda
destra del fiume Adda, in una cornice panoramica veramente incantevole. La vallata, a forma di anfiteatro, che si estende da Lecco ad Imbersago e
Paderno, è delimitata a levante dalle Prealpi Orobie, a ponente dalle colline
"milanesi" di carattere morenico dei periodi terziario e quaternario e
a settentrione dal sipario austero delle Grigne e del Resegone.
Un territorio così ospitale non poteva
non catturare l'attenzione dei primi popoli pervenuti nell'Italia
Settentrionale nei tempi più remoti. Fino dagli albori della nostra
civiltà Brivio, situato in una posizione del fiume facilmente guadabile,
divenne punto nevralgico di commercio per gli spostamenti favoriti dalla
via fluviale. Rimangono tuttora leggibili tracce della presenza di fornaci di laterizi
di epoca Romana testimoniate dai ritrovamenti di embrici di grandi
dimensioni, monete di bronzo dell'età Neroniana, pugnali a bracciale, una
daga ed uno scudo in bronzo con fascio littorio, unitamente ad una lapide
di granito nero con dedica alla dea Giunone, ritrovata in un cortile del
castello. Queste testimonianze, purtroppo, in larga parte sono andate ad
arricchire collezioni private.
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Ma la storia di Brivio è sempre in ogni
epoca inscindibile da quella del suo Castello il quale, a seconda delle
esigenze, è stato usato come difesa (non possiamo dimenticare che per
molti anni il fiume Adda è stato il limite di confine tra la Repubblica
Veneziana e lo Stato Milanese), come abitazione dei signorotti locali,
sino a diventare alla fine dell'ottocento, durante la rivoluzione
industriale, un opificio serico.
Nonostante
molte siano state, nei secoli, le modifiche estetiche e strutturali
apportate a questa importante presenza del paesaggio Briviese, restano
ancora ben visibili e ben conservate due delle tre originali torri rotonde
ed il maschio quadrato "frangipalle" - probabilmente non eretto
a fini militari ma per resistere alla forza della corrente del fiume che
certamente circondava la costruzione lungo l'itinerario della odierna Via
Fossa Castello. All'interno, come in uso sin dai tempi del
fervore religioso della Regina Teodolinda, era situata la Chiesa per i
militari della guarnigione, edificio ormai completamente scomparso.
Fu proprio nella seconda metà dell'ottocento, a seguito dei lavori di
posa in opera di una grossa caldaia industriale per la produzione del
vapore, che venne alla luce un reperto archeologico, dimostratosi se non
il il più importante sicuramente il più bello rinvenuto nel nostro
territorio. Trattasi di una Cappella argentea con figure finemente
sbalzate che apparterebbe all'arte Sirica del V-VI secolo oggi esposta al
Museo del Louvre di Parigi.
Al tempo della denominazione degli Sforza
fu chiamato nella nostra zona Leonardo da Vinci nell'ardito intento di
rendere navigabile l'Adda sino a Milano. Sino ad allora le merci, che
viaggiavano lungo la "via dello Spluga", venivano trasbordate a
Brivio e da qui trasportate con grande fatica via terra sino al capoluogo
lombardo.
Il maestro Leonardo, nel lungo periodo trascorso tra Trezzo e Brivio,
oltre che interessarsi di opere idrauliche, rimase oltre modo affascinato
dalle bellezze dei luoghi tanto da raffigurare, secondo alcuni critici
locali, nella famosa Vergine delle Rocce, un paesaggio a noi molto familiare.
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Al di là di questa attribuzione che
potrebbe sembrare di parte, la presenza di Leonardo lasciò comunque ampia
traccia sul sentimento artistico locale tanto che possiamo considerare di
sicura scuola leonardesca la Beata Vergine delle Grazie che si può
ammirare nell'Oratorio di S. Leonardo all'ingresso del Paese.
La
presentazione, pur stringata, di Brivio sarebbe comunque incompleta senza
un richiamo pur sommario ai suoi due illustri cittadini: Cesare e Ignazio
Cantù, due fra i più importanti letterati dell'Ottocento. Essi furono
autori di oltre 250 pubblicazioni che spaziano dalla monumentale
"Storia Universale" ad un approfondito studio sulle
"Vicende della Brianza" che viene considerato ancor oggi uno dei
maggiori libri di informazione storica etnografica locale.
Ai nostri giorni Brivio mantiene inalterato il fascino del paese adagiato
sul fiume.
Dal suo Castello percorrendo la sponda
dell'Adda si può giungere sino a Crespi d'Adda per una pista ciclabile
attraverso spazi verdi ricchi di storia ed archeologia industriale che ne
rendono unico ed affascinante il percorso.
Lo staff APS Brivio - P.A.
09
Maggio 2011
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